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mercoledì, marzo 19, 2014

Leo Buscaglia

"Scegliete la via della vita. Scegliete la via dell'amore. Scegliete la via dell'affetto. Scegliete la via della speranza. Scegliete la via delle fede nel domani. Scegliete la via della fiducia. Scegliete la via del bene. Sta a voi. Sta a voi scegliere. Potete anche scegliere la disperazione. Potete anche scegliere l'infelicità. Potete anche scegliere di rendere difficile la vita degli altri. Potete anche scegliere la meschinità. Ma a che scopo? Non ha senso. E' un'autoflagellazione. Vi avverto: se decidete di assumervi la piena responsabilità della vostra vita, dovrete imparare di nuovo a rischiare. Il rischio è la chiave del cambiamento."
(Leo Buscaglia da "Vivere, Amare, Capirsi" - 1982)

Leo Buscaglia

Leo Buscaglia, nato negli Stati Uniti da genitori italiani e morto purtroppo nel 1998 (dico purtroppo perché avrei voluto conoscerlo di persona!), era docente al Department of Special Education presso la University of Southern California fu il primo ad istituire un corso universitario sull'amore.
Divenne per questo noto come "Il professore dell'Amore", è stato a
utore di numerosi bestseller sull'educazione e sull'amore.
Nel 1992, in un periodo decisamente importante della mia vita, un'amica mi regalò il suo libro più conosciuto "Vivere, Amare, Capirsi", pubblicato nel 1982.
In questo bellissimo testo sono raccolte le sue conferenze.

Il libro di Leo Buscaglia mi ha accompagnata sempre. Le sue parole parlano all'Anima.

Leggendo "Vivere, Amare, Capirsi" all'inizio potreste pensare che ciò che Buscaglia scrive è banale o scontato .. poi andando avanti vi accorgerete che il suo "sentire", le sue parole, sono dentro di voi. nel vostro cuore ... spero!

Io comunque da allora di Leo Buscaglia ho letto quasi tutto!
"Amare", "La coppia amorosa - La sfida delle relazioni umane",  "Autobus per il Paradiso", "La Via del Toro", "La foglia Muriel","Sette storie natalizie", Nati per Amare", "Papà".

Mi manca "La cucina dell'Amore", introvabile perché fuori catalogo.

Se volete regalarvi una lettura "Nutriente" ... "Vivere, Amare, Capirsi" è la lettura per voi!

Cecilia

Geronimo - La mia storia - Autobiografia di un Guerriero Apache


Non avrei  mai dovuto accettare la resa, avrei dovuto combattere sino alla fine (Geronimo, sul letto di morte - 1909)


Geronimo, definito "selvaggio assetato di sangue", era in realtà, come ogni Apache, un uomo "assetato di natura".

Geronimo prigioniero nella riserva indiana di Fort Still, nel 1904 incontrò Stephen Barret, sovrintendente scolastico in Arizona, e nel 1906 gli raccontò la sua storia e quella del suo popolo.

L'intenzione di Barret era quella di riportare la visione dei nativi americani rispetto alle guerre indiane.

Il libro è diviso in quattro parti:
nella prima dal titolo "Gli Apache", Geronimo racconta le origini del popolo Apache, la suddivisione delle tribù, la loro vita quotidiana e la famiglia.
Nella seconda dal titolo "I messicani", Geronimo racconta dei massacri e delle battaglie appunto contro il popolo messicano.
Nella terza dal titolo "L'uomo bianco", Geronimo parla dei rapporti con i bianchi, della lotta finale e della prigionia.

Nella quarta parte della sua Autobiografia, quella che ho amato di più, dal titolo "Il vecchio e il nuovo", Geronimo racconta delle leggi Apache trasmesse oralmente, della sua esperienza all'Esposizione Universale di St. Louis, del suo sforzo di avvicinarsi alla religione cristiana. Racconta della iniziazione dei guerrieri, delle danze, della giustizia e di come veniva applicata.
Inoltre, sempre nella quarta parte del libro, in "Speranze per il futuro", Geronimo chiede di poter tornare a vivere e morire nelle sue terre. La richiesta non fu mai accordata.
Geronimo morì in prigionia nel 1909 ma non da prigioniero: mantenne fino alla fine la sua dignità e restò sempre spiritualmente vittorioso.

Li chiamavano "selvaggi" ...
 
Cecilia


sabato, marzo 01, 2014

Ishamael Beah

Ho conosciuto Ishmael Beah durante la sua partecipazione al Festival Internazionale delle Letterature alla Basilica di Massenzio a Roma. Era il 22 maggio 2007.
Durante quell'Evento presentava un racconto inedito
"Gli Spiriti nel vento".
A me è rimasto nel cuore, e vi rimarrà sempre, per la sua purezza, la delicatezza d'animo malgrado ciò che ha vissuto e subito, ma anche per la sua determinazione, per il suo modo di comunicare, per la certezza che le esperienze, anche se dolorose, vanno condivise con gli altri perché le cose possano cambiare.

Ovviamente, il giorno dopo ero in libreria a comprare il suo libro "Memorie di un soldato bambino"!

Ishmael Beah è nato in Sierra Leone nel 1980. A 13 anni ha vissuto la guerra come protagonista attivo, senza più una famiglia e arruolato nell'esercito perché come ha detto in un'intervista rilasciata a Federico Bastiani "La sorte dei bambini durante una guerra civile è segnata. Quando sei solo, senza niente da mangiare, l'arruolamento è l'unica salvezza. La mia famiglia è stata uccisa e io sono stato preso dall'esercito. Altri venivano reclutati dal RUF, i ribelli. ...".
Drogato e violentato nell'animo, costretto ad uccidere e a vivere fianco a fianco con la morte, nel 1996 grazie all'Unicef viene "strappato" dalla guerra e portato in un centro di riabilitazione. Nel 1998 viene adottato da Laura Simms e si trasferisce a New York
Laureato in scienze politiche all’Oberlin College è membro dell’Human Rights Watch Children’s Rights Division Advisory Committee.
Viene spesso chiamato alle Nazioni Unite per parlare dei soldati bambini.
Nell'intervista di cui sopra gli viene fatta una domanda ...
C'è qualcosa che ancora le fa paura?
L'indifferenza della gente. Si è bambini per un periodo brevissimo della vita, dobbiamo fare in modo che sia un periodo felice.

"Gli spiriti nel vento" racconto inedito presentato da Ishmael Beah al Festival delle Letterature Basilica di Massenzio 2007


Ishmael Beah autore di "Memorie di un soldato bambino" edito da Neri Pozza, il 22 maggio 2007 ha presentato al Festival delle Letterature presso la Basilica di Massenzio, il suo racconto inedito "Gli spiriti nel vento".
Io ho avuto la fortuna di esserci, ed è stato emozionante!
Ve lo propongo di seguito.

"Nonna Musu entrò nella stanza di Kelfala, gli occhi sciupati dalle lacrime che lente le rigavano le guance. Osservò il bambino che dormiva, il corpo snello rannicchiato come in un grembo. Aveva appena compiuto sette anni ed era venuto a passare l’estate dalla nonna. Sfiorò con le dita ruvide e calde la fronte di Kelfala e il bambino si svegliò, il volto innocente ancora posseduto dal sonno e dai residui dell’aria notturna che ne appesantivano il sorriso instancabile. Lo scosse con delicatezza finché lui non si svegliò e si sedette sul letto, le gambe incrociate al petto e lo sguardo rivolto alla nonna. «Mi hanno chiamata tutta la notte nel sonno e li sento anche adesso. Dobbiamo raggiungerli oggi. Ti aspettano, perciò dobbiamo andare subito». Nonna Musu porse a Kelfala i vestiti che stavano sulla panca di legno vicino al letto. Lui li indossò e seguì la donna all’esterno. Il manto scuro della notte era ancora steso nel cielo. La nonna iniziò a camminare e Kelfala la seguì.