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lunedì, settembre 03, 2018

“Mille farfalle nel sole” Kamin Mohammadi

Kamin ha 10 anni quando è costretta a fuggire dal suo paese, l’Iran.
Di se, bambina in fuga, scrive “ ... La mia unica consapevolezza era che adesso il mondo era un posto in cui, in ogni momento, avrei potuto essere costretta a scappare per salvarmi la pelle. La mia paura più grande era quella di non sapere dove andare se avessi dovuto lasciare l’Inghilterra che era si un paese strano, ma perlomeno ci aveva offerto rifugio. Cresciuta in una famiglia allargata, cullata per tutta l’infanzia da così tante braccia  amorevoli, ero terrorizzata dall'estrema dipendenza che provavo adesso nei confronti dei miei genitori, all'improvviso le uniche due persone che rappresentavano per me un riferimento.”
Kamin Mohammadi attraverso la storia della sua famiglia  ci avvicina alla storia del suo paese, la Persia (o Iran), e alle diverse etnie che l’hanno abitata e ci aiuta a comprendere meglio gli eventi che hanno segnato lei e il suo paese negli ultimi 50 anni.
Ho amato, nel leggere questo libro,  la bellezza del "ritorno a casa", della riscoperta delle proprie radici e della propria identità culturale.
Ma questo libro è anche un'occasione, una possibilità,  per avvicinarsi ad un mondo diverso dal nostro ... e questo non fa mai male!

Cecilia




“Quando ero bambina, in Iran, il cipresso non era per me solo una familiare forma all'orizzonte, ma un’immagine onnipresente nell'arte e nell'architettura del mio popolo: ne erano decorate piastrelle, stoffe, tappeti, persino le mura di Persepoli.
Non sono riuscita a pensare a niente di più perfetto per rappresentare l’anima iraniana: il disegno della silhouette  di questo albero potente e flessibile che si piega alla forza di qualunque vento, senza spezzarsi.” - Kamin Mohammadi da “Mille farfalle nel sole”

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